E’ italiana e si chiama Cristina Alberini la ricercatrice la cui scoperta, pubblicata su Nature nel 2011, ci fa sperare bene per la possibilità di cura dell’Alzheimer e non solo. Al centro del suo studio un ormone, l’IGF – II che potrebbe essere la chiave per rafforzare la memoria nei pazienti con disturbi cognitivi. I livelli di questo ormone aumentano nell’ippocampo, una regione del cervello importante per la formazione di memorie a lungo termine dopo l’apprendimento.
Il gruppo di ricerca guidato dalla neuro-scienziata italiana ha dimostrato che l’iniezione dell’ormone ha fissato con più forza il ricordo di azioni apprese poche settimane prima e, naturalmente apre prospettive importanti per gli effetti in modelli di malattia della memoria, come l’Alzheimer, l’ictus, l’invecchiamento.
Atena Onlus conferirà stasera in Campidoglio il Premio Atena alla professoressa Alberini per i suoi importanti contributi al progresso delle Neuroscienze.
Un solo rammarico: la professoressa Alberini, fa parte, ahimè, di quella nutrita schiera di ‘cervelli’ italiani che per continuare il loro importantissimo lavoro di ricerca hanno dovuto lasciare l’Italia….