di Donatella Bertozzi
ROMA – Leggerissimo completo di cotone bianco indosso per filtrare il caldo assillante dell’agosto romano, Milly Carlucci parla con incredibile energia del prossimo impegno cui sta lavorando alacremente: Balla con Milly, una serata dal vivo al Palaterme di Fiuggi il prossimo 8 settembre che nelle intenzioni, sue e del suo staff, funzionerà come incubatore sperimentale di nuove idee per la prossima edizione di Ballando con le stelle.
Come è nata l’idea di uno spettacolo dal vivo?
«Da una duplice sollecitazione: a settembre io compio trentacinque anni di carriera e mi è stata proposta una serata per celebrare l’occasione. Dal momento però che io non sono il tipo che guarda al passato – tutto quello che ho già fatto per me è dimenticato, penso subito alla prossima sfida del domani – ho deciso di utilizzare questa opportunità per testare certe mie idee. Sotto la spinta, anche, di Bobo Vieri e Marco del Vecchio, che continuavano a dirmi: facciamo una serata dal vivo, ovunque andiamo ce lo chiedono. Con noi ci sono anche Andrés Gil e Bruno Cabrerizo. E poi i maestri storici – Simone, Natalia, Samantha – Emanuele Filiberto, Ria Antoniou e la nostra giuria. Insomma ci siamo tutti: a lavorare e a mettere idee. Un bel lavoro di squadra, come piace a me».
Sarà un modo per rinnovare la formula di Ballando con le stelle?
«E’ una formula che in realtà va alla grande in tutto il mondo, con enorme successo. Ma dal momento che noi italiani siamo un pochino stufarelli – cioé ci stufiamo facilmente un po’ di tutto quello che ci viene proposto – noi per essere saggi e lungimiranti, pronti alla prossima sfida, sperimentiamo in questo caso, liberamente, lontano dalla mannaia inesorabile della televisione e dei punti di share, e mettiamo fin d’ora nel nostro carniere una serie di idee, testate con un pubblico vero – non il pubblico televisivo di invitati, amici e parenti – che viene, paga un biglietto e ti dà subito una risposta sincera, diretta, su quel che gli piace e quel che non gli piace».
Quali sono le principali innovazioni rispetto alla trasmissione?
«Sarà una cosa completamente diversa rispetto a quel che abbiamo fatto fino a adesso.
Naturalmente c’è dentro il ballo – se no che ci stiamo a fare noi? – e c’è una gara di ballo. Però il protagonista è veramente il pubblico, in un’interazione continua. Sarà cruciale la presenza di Gianni Ippoliti, che dalla prima edizione di Ballando si è incredibilmente appassionato alla danza, non ha mai smesso, è diventato addirittura giudice di gara e collabora con la Federazione. Lui farà un casting live, durante la serata, selezionando alcuni ballerini che saliranno in palcoscenico con noi e una giuria popolare, una novità assoluta, complementare e antagonista alla nostra giuria. L’altra fondamentale differenza è che finalmente potremo accogliere i bambini. Noi abbiamo tantissimi fan giovanissimi e siamo costretti purtroppo, per regolamento, a lasciarli sempre fuori dall’Auditorium del Foro Italico dove registriamo. Stavolta è diverso: potranno assistere, partecipare, conoscere dal vivo i maestri e i loro beniamini e anche essere selezionati per ballare. Questa è una delle cose che più mi entusiasmano».
Dopo trentacinque anni di carriera il suo entusiasmo per il mondo dello spettacolo appare incrollabile. In tanti anni – lei che al liceo era un asso in flosofia – non ha mai avuto voglia di condurre una trasmissione, diciamo così, più seria?
«Ma no, fin da piccola ho sempre avuto una vera passione per lo spettacolo: per i grandi musical tipo Ziegfield Follies, per luci, scene, costumi… Certo il tipo di lavoro che ho scelto ha creato, a suo tempo, una scia di lutti in famiglia, ma non mi sono mai pentita. E la mia grande soddisfazione, adesso, è che dopo aver fatto tanti anni di apprendistato da conduttrice di programmi ora sono il capoprogetto. Questo vuol dire che posso gestire la macchina. Che non è una soddisfazione minore, rispetto al fatto di essere davanti alle telecamere, assolutamente: è la cosa più entusiasmante del mondo. E poi – ma qui stiamo veramente filosofeggiando… – si possono sostenere certi valori nei quali credo – come il lavoro, il merito, l’amore per il bello – anche o forse soprattutto attraverso una chiave leggera. Ognuno, secondo me, può portare il suo sassolino. E io, che non sono nulla nel mondo immenso della comunicazione, porto il mio sassolino. Nel modo più onesto che posso».